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Messe festive nella Valle del Chiese
SABATO E VIGILIE
ore 18.00 Bondone
Brione, Por
ore 20.00  Bersone,  Darzo
Cimego


DOMENICHE E FESTE
ore 9.00  Castel Condino, Daone
ore 9.30  
Baitoni
ore 10.30  Condino, Creto
ore 11.00 
Lodrone
ore 18.00  Agrone, Prezzo
ore 20.00  Praso, Storo

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ORARI SANTE MESSE
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Parrocchie della Valle del Chiese - Diocesi di Trento
 
 

 

 
 
 
 
Tutela Minori
 
È attivo il Servizio diocesano per la tutela dei minori con un duplice obiettivo: promuovere in Diocesi misure adeguate di prevenzione in relazione ad abusi sessuali e violenze; accogliere segnalazioni di casi verificatisi nell’ambito della Chiesa trentina e all’interno di associazioni e gruppi ecclesiali, impegnati per e con i minori, con un’attenzione particolare anche agli adulti vulnerabili.
Il Centro di Ascolto risponde al nuovo numero telefonico, 349/23.72.946 (il numero di telefono è stato cambiato il 28/10/2020) e all'indirizzo mail tutelaminori@diocesitn.it. L'indirizzo postale è: Servizio Tutela Minori, piazza Fiera 2 – 38122 TRENTO.
 

 

Ordinazione presbiterale don Filippo
 
Mi hai chiamato ... ora sono qui!
Via Crucis con i giovani

Duomo di Trento  - sabato 13 settembre
Chi ‘rimane’ in Cristo diventa uomo e donna di movimento perché intraprende il viaggio dell’incontro con l’altro e sperimenta nell’uscire da sé l’ossigeno della vita. Rimanete in questo amore e sarete preti di movimento, di quel vero muoversi che è proprio di Cristo!”
.
È una voce appassionata e a tratti commossa quella dell’arcivescovo di Trento Lauro Tisi, nel rivolgersi ai seminaristi trentini Filippo Zanetti 27 anni, Federico Mattivi 26 anni e al brasiliano Valdinei Alves da Silva, religioso stimmatino di 37 anni,  ..
Continua ...
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Venerdì 11 aprile a Bondone si è tenuta la Via Crucis dei Giovani con la rappresentazione della Passione di Cristo, dalla condanna alla morte fino alla sepoltura, con figuranti che hanno  accompagnato Gesù nel suo cammino verso il Calvario.

Chi ha partecipato, si è sentito parte di qualcosa di grande. Non è solo “recitare”, è pregare camminando, riflettendo, immedesimandosi. È vedere con gli occhi e sentire con il cuore quanto Gesù ha amato il mondo al punto di donare la sua vita per la nostra salvezza
La parola di don Luigi
Perdere
“Chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.”

Perdere fa parte della nostra vita: della sua logica, dei suoi compromessi, dei suoi rischi, in definitiva del suo mistero.
Accumulare e perdere sono fasi della vita di ciascuno, più si accumula più si perde; si possono perdere cose e occasioni, perfino la vita.
Perdere a volte fa bene, per ridimensionare il concetto che si ha di se stessi, a volte un pochino debordante, ma anche per comprendere la differenza fra ciò che è necessario e ciò che è superfluo, ciò che serve e ciò che ingombra.
Imparare a vivere è imparare a perdere, ogni giorno, perché nella vita non si può sempre e solo vincere, non solo nel gioco o nelle competizioni.
Anche nell’educazione perdere o sbagliare insegna a ricominciare, quando si perde s’impara a riflettere, a riconoscere i propri limiti e sbagli, a correggere i certi modi di pensare, agire, pretendere.
Si perde per ritrovare, per fare spazio, per riacquistare nuovamente.
Chi vuole sempre vincere, scavalca gli altri e arriva alla mèta da solo.
A volte si vince perdendo o ritirandosi, lasciando spazio agli altri.
Le guerre, anche quelle attuali, sono sempre una perdita fin dal loro inizio, per i perdenti ma anche per i vincenti, perché “nulla è perduto con la pace, tutto è perduto con la guerra” (Pio XII).
Chi vuol sempre vincere subirà da sé una sconfitta finale: la storia lo insegna.
La verità non ha bisogno di difensori o di primatisti, spesso arriva dopo ma sempre al posto e al momento giusto, non solo sbaragliando la menzogna ma risplendendo e rivelandosi da sola, oltre la falsità.
Sulla croce Gesù muore come un perdente ma è proprio in questo atto supremo di perdere tutto che lui riacquista la salvezza per tutti, perduta col peccato originale; questa è la redenzione e questo è il cuore del cristianesimo: “quando tutto sembrava perduto, in realtà la salvezza stava per iniziare” (Leone XIV).
Ciò che si dona, non si perde ma si ritrova, prima di tutto la vita, come Gesù.
Don Filippo celebra la Prima Messa

Una domenica che resterà nel cuore di molti, quella del 14 settembre 2025,  in particolare per  gli abitanti di Darzo. Nella chiesa parrocchiale dedicata a San Giovanni Nepomuceno, il neo sacerdote don Filippo Zanetti ha celebrato la sua Prima Santa Messa, il giorno successivo alla sua ordinazione presbiterale, ricevuta nel Duomo di Trento per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di S.E. mons. Lauro Tisi, arcivescovo di Trento.

Un giorno di grazia e riconoscenza, vissuto con intensa partecipazione da parte dell’intera Unità Pastorale, che ha visto nascere e maturare, nel silenzio e nella fedeltà, il cammino vocazionale di don Filippo.

Alla celebrazione hanno preso parte numerosi fedeli, sacerdoti, religiosi, familiari, amici e autorità civili, che hanno voluto essere presenti a questo passaggio fondamentale della sua vita. Un popolo in preghiera, unito nel ringraziare il Signore per il dono di una nuova vocazione, cresciuta nel cuore di una comunità viva e devota.

La liturgia è stata solenne, intensa, arricchita dalla cura dei canti, dalla bellezza del rito e dalla profonda partecipazione dei presenti. Durante i ringraziamenti, don Filippo ha condiviso con semplicità e sincerità la sua commozione: “Il mio sì nasce dall’amore di Dio per me. Vorrei restituirlo, ogni giorno, donandomi a voi e a quanti incontrerò lungo il cammino” ed ha voluto esprimere anche la sua gratitudine a mamma Marcella, a papà Giordano, ai fratelli ed ai nonni  al cui sostegno, amore e preghiera ha riconosciuto un ruolo fondamentale nel suo cammino vocazionale: "Senza la vostra presenza, il vostro amore, il vostro sostegno e le vostre preghiere, non sarei arrivato fin qui."

Particolarmente toccante è stato il momento della benedizione primiziale, impartita al termine della celebrazione. Un gesto carico di significato e forza spirituale, che ha commosso in modo particolare i suoi familiari, i confratelli sacerdoti e gli amici più stretti, accorsi per accompagnarlo in questo primo passo del suo ministero.

Dopo la celebrazione, la giornata è proseguita con un momento conviviale, semplice ma partecipato, durante il quale si è respirato un forte senso di fraternità, gioia e comunità. Una festa vissuta con lo stile evangelico della gratitudine, nel segno della condivisione e dell’accoglienza reciproca.

Ora don Filippo è atteso dal suo primo incarico: sarà viceparroco nella parrocchia di Mori, dove potrà iniziare a vivere concretamente il suo ministero, accompagnato dall’affetto e dalla preghiera di chi ha camminato con lui fino a questo giorno.

La Prima Messa di don Filippo non è stata solo un evento, ma un segno.
Un segno che la vocazione nasce e cresce nel cuore della comunità, che la risposta al Signore è possibile anche oggi, e che la gioia del Vangelo continua a farsi carne nei volti, nei passi, nella vita di chi sceglie di donarsi senza riserve.

Segui la celebrazione